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Il crollo dei giganti (Too big to fail) Film ita

Nel 2008, in seguito al crollo della Bear Stearns, quinta società di credito bancario degli Stati Uniti d’America, anche la Lehman Brothers accusa profondamente gli effetti della crisi del mercato immobiliare e la bolla finanziaria sui mutui “subprime”. Di fronte al crollo verticale delle proprie azioni, l’amministratore delegato della compagnia Dick Fuld anziché vendere, si trincera dietro alla forza del proprio nome, impedendo sostanzialmente qualunque tentativo di svendita del gruppo.



Too big to fail ricostruisce i momenti più salienti di quel crack datato settembre 2008 dal punto di vista politico e istituzionale di Henry “Hank” Paulson, con maggior preoccupazione di ottenere un realismo solido che di costruire un racconto espressivo.
Tratto da un romanzo del giornalista Andrew Ross Sorkin, 
arrivando per ultimo dopo il partigiano Capitalism di Michael Moore e il chirurgico Inside Job di Charles Ferguson, si intuisce che anche la HBO, ogni tanto, sopravvaluta il proprio valore di mercato.




I pirati di Silicon Valley – [Film completo – ITA] su Youtube ;)

Storia della nascita dei due colossi dell’informatica Microsoft e Apple e della lotta tra i fondatori delle due società Bill Gates e Steve Jobs per accaparrarsi l’impero rivoluzionario della nuova era dei Personal Computers



Romanzo Criminale film completo su Youtube

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Zeitgeist Moving Forward (doppiato in italiano) di Peter Joseph 2011

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Benzina vs Spese Militari. Le cause degli aumenti, in un paese che ripudia la guerra.

In tale contesto l’Italia è l’ottavo Paese al mondo per spese militari, con circa 20 milioni di euro per il 2010, con un incremento per il 2011, a causa dei fondi destinati agli acquisti per i nuovi armamenti, dell’8,4 per cento pari a quasi 3 miliardi e mezzo di euro, ovvero 266 milioni in più rispetto al 2010. Le spese per l’esercizio hanno invece visto una riduzione del 18 per cento rispetto al precedente esercizio finanziario, e sono destinate alla formazione e all’addestramento, alla manutenzione e all’efficienza di armi, ai mezzi e alle infrastrutture, al mantenimento delle scorte e, in generale, alla capacità e alla prontezza operativa dello strumento militare.

Al bilancio della difesa vanno poi aggiunti i circa 3 miliardi di euro provenienti dai bilanci di altri ministeri che prevedono aperte finalità militari. Il ministero dell’Economia e delle finanze stanzia ad esempio circa 750 milioni di euro per il fondo di riserva per le spese derivanti dalla proroga delle missioni internazionali di pace, il ministero dello Sviluppo economico partecipa con 1.4 milioni di euro ad interventi agevolativi per il settore aeronautico, 510 milioni di euro destinati ad interventi per lo sviluppo e l’acquisizione delle unità navali della classe Fremm (fregata europea multimissione) e una percentuale ormai altissima del budget del ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca viene destinata a progetti in ambito spaziale e satellitare delle forze armate. Infine la nota aggiuntiva di previsione per la difesa per l’anno 2012 stanzia 21.342,0 milioni di euro.

La recente legge di stabilità ha confermato, inoltre, la cosiddetta mini naja con uno stanziamento di 7,5 milioni di euro per il 2012 e di un milione di euro per il 2013. Inoltre sul bilancio dello Stato, al momento, incombono ben 71 programmi di ammodernamento e riconfigurazione di sistemi d’arma, che ipotecano la spesa bellica da qui al 2026.

Questa è una lista dei prezzi (€/l) della benzina senza piombo (con numero di ottano 95) in alcuni paesi europei.

2009. 2010. 2011.

– Italia 1,461 1,594 1,710
– Portogallo 1,125 1,324 1,406
– Spagna 0,87 1,1 1,24
– Ucraina. 0,474 0,702 0,709
– Ungheria 0,911 1,159 1,318
– Francia 1,144 1,323 1,53
– Germania 1,155 1,315 1,495
– Grecia 0,864 1,243 1,593
– Irlanda 0,946 1,224 1,426

Al momento circa il 60% del prezzo al consumo della benzina è costituita da tasse e accise varie. Nel settore si parla di prezzo euro/lt per intendere il prezzo comprensivo delle accise e imposta assolta, si parla di prezzo euro/lt Siva per intendere assolte le accise ma non assolta l’IVA (Siva = Senza IVA), si parla infine di prezzo euro/lt SIF/Siva per intendere il prezzo del prodotto senza aver assolto le accise e l’imposta.

Secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico

Molte delle accise italiane furono introdotte come temporanee per far fronte a vari eventi straordinari, ma nonostante il venir meno della causa a tutt’oggi non risultano ancora rimosse.

0,1 centesimi di euro (1,90 lire) per la guerra di Abissinia del 1935;
0,7 centesimi di euro (14 lire) per la crisi di Suez del 1956;
0,5 centesimi di euro (10 lire) per il disastro del Vajont del 1963;
0,5 centesimi di euro (10 lire) per l’alluvione di Firenze del 1966;
0,5 centesimi di euro (10 lire) per il terremoto del Belice del 1968;
5,1 centesimi di euro (99 lire) per il terremoto del Friuli del 1976;
3,9 centesimi di euro (75 lire) per il terremoto dell’Irpinia del 1980;
10,6 centesimi di euro (205 lire) per la missione in Libano del 1983;
1,1 centesimi di euro (22 lire) per la missione in Bosnia del 1996;
2,0 centesimi di euro (39 lire) per rinnovo contratto autoferrotranvieri 2004;
0,5 centesimi di euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
0,71 a 0,55 centesimi di euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
4,0 centesimi di euro per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011;
0,89 centesimi di euro per far fronte all’Alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
8,2 centesimi di euro per il decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011.

A ciò si somma l’imposta di fabbricazione sui carburanti, per un totale finale di 70,42 centesimi di euro per la benzina e 59,32 per il diesel. Su queste accise viene applicata anche l’IVA al 21%, che grava per circa 15 centesimi di euro nel primo caso e 12 nel secondo. Fonte: Agenzia delle Dogane

Con la manovra finanziaria 2011 si è stabilito che verrà aumentata immediatamente l’iva al 21% (e da metà 2012 fino al 23%) ed introdotta dal 1º gennaio 2012 un’ulteriore tassa sui carburanti che porterà ad un rincaro di circa 10 centesimi/litro del prezzo della benzina (12 centesimi per il diesel) portando la benzina a circa 1,80 euro/litro ad inizio 2012 e dopo l’ulteriore aumento dell’iva a circa 1,86 euro/litro.

ECCO CHI È KIM DOTCOM, IL MILIARDARIO FONDATORE DI MEGAUPLOAD

Un uomo che, secondo le accuse dell’Fbi, solo nel 2010 ha incassato 50 milioni di dollari di profitti derivanti dal sito e altri domini. Le perquisizioni in Nuova Zelanda hanno portato al sequestro di auto di lusso, tra cui una Rolls Royce, e al congelamento di quasi 8 milioni di dollari in asset. Con lui sono finiti in manette altri quattro uomini. Ora sono tutti accusati di violazione delle norme sul copyright. Sul sito, secondo l’Fbi, sono finiti anche materiali pedopornografici, e video di propaganda terroristica.

“Kim è stato fermato – scrive il Corriere della Sera – nella sua maxi-mega-villa neozelandese da 18 milioni di euro, una della più lussuose del Paese. Una sorta di caverna dei Quaranta Ladroni in cui i G-Men hanno trovato una collezione di auto da fare invidia a un museo delle quattro e due ruote: una Rolls-Royce Phantom, una Maserati GranCabrio, una Lamborghini, due Cadillac d’epoca (’57 e ’59), 2 Mini e ben 16 Mercedes, oltre ad Harley Davidson, altre moto e moto d’acqua (anche se verità, da geek la cosa che gli invidio di più sono i 3 Lcd Samsung da 82 pollici e i due 108 pollici Sharp). La passione di Kim per i motori d’altronde era più che nota: il suo nome figura infatti tra i partecipanti e pure tra i vincitori (edizione 2001) della celebre Gumball 3000, il “rally” su strade aperte al traffico a cui partecipano diverse celebrities”.

Viveva in una delle ville più belle ed esclusive del Paese, una casa da oltre 20 milioni di dollari, Kim Dotcom (detto anche Kim Schmitz). E’ lui il fondatore del sito Megaupload finito in manette in Nuova Zelanda nelle scorse ore, dopo che l’Fbi ha chiuso il sito (Anonymus ha già promesso battaglia al governo americano).
Un uomo che, secondo le accuse dell’Fbi, solo nel 2010 ha incassato 50 milioni di dollari di profitti derivanti dal sito e altri domini. Le perquisizioni in Nuova Zelanda hanno portato al sequestro di auto di lusso, tra cui una Rolls Royce, e al congelamento di quasi 8 milioni di dollari in asset. Con lui sono finiti in manette altri quattro uomini. Ora sono tutti accusati di violazione delle norme sul copyright. Sul sito, secondo l’Fbi, sono finiti anche materiali pedopornografici, e video di propaganda terroristica.

“Kim è stato fermato – scrive il Corriere della Sera – nella sua maxi-mega-villa neozelandese da 18 milioni di euro, una della più lussuose del Paese. Una sorta di caverna dei Quaranta Ladroni in cui i G-Men hanno trovato una collezione di auto da fare invidia a un museo delle quattro e due ruote: una Rolls-Royce Phantom, una Maserati GranCabrio, una Lamborghini, due Cadillac d’epoca (’57 e ’59), 2 Mini e ben 16 Mercedes, oltre ad Harley Davidson, altre moto e moto d’acqua (anche se verità, da geek la cosa che gli invidio di più sono i 3 Lcd Samsung da 82 pollici e i due 108 pollici Sharp). La passione di Kim per i motori d’altronde era più che nota: il suo nome figura infatti tra i partecipanti e pure tra i vincitori (edizione 2001) della celebre Gumball 3000, il “rally” su strade aperte al traffico a cui partecipano diverse celebrities”.

Allarme benzina

Allarme benzina: 3 euro al litro sulla A18

Allarme speculazioni: benzina a 3 euro al litro sulla A18
Nella A18 si segnala la vendita di benzina a 3 euro al litro, a causa del blocco degli autotrasportatori. Previste lunghissime file domani, quando dovrebbero essere riattivati i rifornimenti

Le speculazioni sul blocco dei trasportatori sembrano essere le conseguenze che più di tutti allarmano i cittadini. Nell’autostrada Catania – Messina, infatti, alcuni automobilisti hanno denunciato la vendita di benzina a tre euro al litro.

I distributori di carburante, sono a secco in tutta la Sicilia da un paio di giorni a causa dello sciopero del Movimento Forza D’Urto. Così, c’è chi sta approfittando della protesta indetta dagli autotrasportatori e dai contadini ma ricshia soltanto di esasperare i cittadini.

Al fermo del traffico pesante si è aggiunto ora quello delle autovetture, rimaste con i serbatoi a secco. Catania oggi sembra una città deserta, poche le macchine in giro, si cerca di risparmiare il carburante anche in prospettiva dello sciopero dei benzinai previsto per i prossimi giorni.

L’Aias ha annunciato che dalla mezzanotte di oggi i camion torneranno sulle strade, quindi già dalla notte potrebbero ripartire i rifornimenti ai benzinai, sempre che le autobotti non vengano fermate sulla strada dagli agricoltori del Movimento dei Forconi, che hanno annunciato la prosecuzione ad oltranza della protesta. In tutti i casi, ci vorranno un paio di giorni prima che la distribuzione dei carburanti rientri nella normalità e molti automobilisti inizieranno a mettersi in fila alle pompe già da questa sera.

Catania città con più alta concentrazione di megastore d’Europa.

Altri due centri commerciali in arrivo, Confcommercio a Lombardo: ora basta

 
la più alta concentrazione

di megastore d’Europa, la metà rispetto a New York

CATANIA – Le parole non lasciano spazio a interpretazioni. «Caro Presidente così non va. Basta centri commerciali» in provincia di Catania. Riccardo Galimberti, presidente provinciale di Confcommercio-Rete imprese per l’Italia, lo scrive in una lettera aperta indirizzata al governatore siciliano, Raffaele Lombardo, che deve «dimostrare con i fatti di non sostenere l’espansione dei centri commerciali, perché proseguire su questa strada sarebbe una follia». La richiesta di mettere un paletto al proliferare della grande distribuzione trae origine dal fatto che nei prossimi giorni sono previste due conferenze di servizi che esamineranno l’istanza di apertura di altrettanti centri commerciali nella provincia di Catania, a Motta Sant’Anastasia e Scordia, per un totale di quasi 60.000 metri quadrati di superficie di vendita. Confcommercio non ci sta e passa al contrattacco. «Catania ha la più alta concentrazione di centri commerciali in Europa – dice Galimberti – a fronte di una cronica stagnazione dei consumi che ha portato il commercio in agonia. La politica non si accorge dello stato delle cose e persegue in una gestione del commercio scellerata».Con l’apertura dei due nuovi megastore, il numero dei centri commerciali in terra etnea salirebbe a quota dodici (quasi la metà di New York). «Il territorio – osserva Galimberti – è già abbondantemente saturo. La grande distribuzione sta uccidendo le botteghe dei centri storici e i negozi di vicinato. Se si continua in questa direzione, il 2012 farà spegnere molte insegne sia nel sistema franchising sia nel multibrand». Altro aspetto da non sottovalutare, a detta del presidente Confcommercio, è quello del reddito da distribuire sui centri commerciali esistenti. «In base a dati pregressi, non è abbastanza sufficiente per giustificare l’apertura di nuovi megastore, anzi per alcuni centri commerciali esistenti, c’è la seria prospettiva di un impoverimento e addirittura il concreto rischio di chiusura». C’è infine un’altra ragione che spinge Confcommercio a dire no al proliferare della grande distribuzione. «Anche alla luce dell’attuale crisi economica e di una viabilità insufficiente, la nascita di nuovi megastore – spiega Galimberti – provocherebbe forti disagi al territorio, a fronte invece del business di qualcuno e del Comune su cui insiste il centro commerciale».

Fonte Italpress

(ah) iSatira – Casualità